Certi
animali, come rettili ed anfibi, per essere fotografati, può essere
necessario doverli catturare, ma solo conoscendone le abitudini
alimentari e le caratteristiche peculiari che l’habitat deve loro
dare per assicurargli la sopravvivenza, e’ possibile prelevarli
ed evitare che il momentaneo distacco dal loro ambiente naturale
non sia pericoloso per la loro incolumità. Una salamandra prelevata
in un umido e fresco sottobosco dovrà essere trattata con tutte
le precauzioni del caso; il riccio trovato vagante sulla strada
di notte e portato nel nostro giardino per essere fotografato,
dovrà essere riportato nel giro di poche decine di minuti nel
medesimo punto dove lo si prelevato; nella sua tana, ad aspettarlo
potrebbero esserci 6-7 piccoli che invani attendono il ritorno
della madre, da noi rilasciata invece a chilometri di distanza,
magari dopo avergli scattato una decina di foto che si riveleranno
insoddisfacenti per la luce troppo "dura" ed innaturale del flash,
per la ridotta profondità di campo ottenuta o per un mosso non
previsto.
LA NIDIFICAZIONE
La nidificazione è sicuramente una delle situazioni
in cui è possibile avvicinare maggiormente un soggetto (chiaramente
parliamo di uccelli) in quanto è legato ad una posizione ben precisa
dell'habitat che lo ospita: il proprio nido!
Quello che vorrei imprimere indelebilmente nella vostra memoria
è di non effettuare riprese sui nidi o per lo meno cercare di
farlo il meno possibile e con cognizione di causa.
Intendo dire che prima di fare un appostamento ad un nido bisogna
conoscere bene la biologia della specie che andiamo a cercare
di fotografare; è purtroppo molto facile disturbare eccessivamente
l'adulto nella fase di nidificazione con conseguente abbandono
del nido!
Considerando che molte specie riescono a portare a termine lo
svezzamento se non per uno o due pulcini per nidiata (di solito
una all'anno o al massimo due) pensiamo un po' al danno che andiamo
a creare!
E poi, facciamo finta di metterci nei loro panni, già per loro
l'uomo è considerato un nemico naturale e molto pericoloso, immaginiamo
se uno Svasso sul nido si ritrova di punto in bianco un capanno
cubico a tre metri di distanza dalla sua momentanea casa (il nido);
è come se ad un tratto, una mattina alzandoci ed aprendo la finestra
di casa nostra ci trovassimo di fronte un enorme Mammut alto tre
volte la nostra Palazzina, che immobile ci guarda e ci lancia
delle "occhiate luminosissime" ed accecanti (sarebbero i nostri
lampi di flash sullo sfortunato Svasso maggiore di prima), un'esperienza
sicuramente traumatizzante e tutt'altro che rassicurante! Quello
che voglio dire è (a parte la pessima metafora del Mammut), che
è importantissimo ridurre al minimo l'impatto visivo (presenza
di Capanni, macchine fotografiche, cavalletti, staffe varie),
acustico (il rumore degli scatti della nostra attrezzatura) e
di disturbo in termini di allontanamento del soggetto inquadrato
dal nido.
Considerate che un passeriforme (una cinciallegra, un pettirosso,
o anche il comune merlo nel giardino di casa) effettua una imbeccata
ogni due-tre minuti; questo significa che se per "colpa nostra"
i genitori disturbati, non portano cibo ai loro piccoli per 1-2
ore ne va della vita dei pulcini, che lasciati soli nel nido risulteranno
debilitati per la mancanza del cibo, per l'eccessivo sbalzo termico
dato dal fatto di restare di colpo scoperti dal soffice piumino
del ventre della madre, sotto i raggi del sole o al freddo del
vento, oppure venire a trovarsi in balia dei predatori (che passando
di lì si trovano una tavola imbandita di succulenti pulcini indifesi!).
Tutto per una fotografia da far vedere con orgoglio una sera agli
amici?!
Se poi volete lanciarvi nell'editoria, cercando a destra ed a
manca di piazzare le vostre fotografie, ricordatevi che di fotografie
al nido di tutte le specie il mercato è saturo; non c'è più nulla
(o quasi!) da scoprire sulla vita e le abitudini di una o l'altra
specie nella fase di nidificazione: insomma, sono ad invogliarvi
ad evitare di fare fotografie ai nidi! Ci sarà comunque qualcuno
di voi che non riuscirò a convincere, di conseguenza legga attentamente
almeno questi importanti consigli:
a) -Mai piazzare un capanno a pochi
metri di distanza da un nido da un giorno all'altro (farlo per
gradi, avvicinando di qualche metro ogni giorno l'appostamento
abituando l'animale alla presenza della struttura mimetica).
b) -Non modificare in nessun modo
l'ambiente circostante il nido (non rompere rami o piegare irrimediabilmente
il canneto o la vegetazione erbacea circostante; l'uccello fa
di tutto per mimetizzarlo ai predatori, non aiutateli!)
c) -Non fate mai un appostamento
a nidi in cui vi siano solo uova; non essendo ancora nati i piccoli
l'adulto può essere maggiormente portato ad abbandonare le uova
se disturbato anche in lieve misura! Se dopo massimo trenta minuti
l'adulto non è ancora tornato al nido ad alimentare i piccoli
vuol dire che il vostro appostamento non gli da' fiducia e quindi
non tornerà fino a che non ve ne sarete andati: smontate rapidamente
tutto e andatevene subito (fatelo per i piccoli affamati che sotto
il sole attendono la loro "mamma"!).
d) -Mi ripeto: cercate di fotografare
il meno possibile animali nella fase della nidificazione.
Milko Marchetti |